Circa il 42% degli italiani ha un animale domestico in casa, ma è importante ricordare che in particolare, i nostri amici a quattro zampe, non hanno solo bisogno di cibo e coccole ma verso di loro, noi padroni abbiamo obblighi ben precisi che dobbiamo assolvere davanti alla legge per tutelarli.
Quando decidiamo di prendere un cane in casa, la prima cosa da fare è l’iscrizione all’anagrafe canina, obbligo previsto con la legge 281 del 1991. Presso l’anagrafe canina, viene assegnato all’animale un codice numerico identificativo di 15 cifre che lo accompagnerà per tutta la sua vita, attraverso l’inserimento, da parte dei veterinari delle ASL, di un microchip, con siringhe monouso e in maniera indolore.
Un grande progetto, più volte presentato in parlamento ma purtroppo, ancora mai approvato, è quello di fare entrare il nostro caro amico animale, nell’anagrafe dei Comuni in modo che egli possa rientrare nel nostro stato di famiglia e fare parte di essa, a tutti gli effetti. Ovviamente ciò potrebbe essere una soluzione ottimale per risolvere i problemi degli abbandoni e responsabilizzare i proprietari scriteriati che considerano il cucciolo solo un regalo di natale da far trovare sotto l’albero ai propri figli.
Un grande passo avanti è stato fatto in campo sanitario e come ormai tutti sapete, è possibile per il nostro amico a quattro zampe avere la tessera sanitaria nella quale saranno archiviati i suoi dati sanitari , le vaccinazioni e tutta la sua storia clinica. La tessera non è obbligatoria ma la si può acquistare con un importo di 28 € sul sito: www.micopets.it e verrà successivamente recapitata a casa.
Dal 2003 per i cani, i gatti ed i furetti che devono viaggiare con i loro padroni nei paesi dell’Unione europea, è obbligatorio un passaporto europeo. Il documento permette di identificare l’animale, il suo padrone e tutte le pratiche veterinarie, compreso naturalmente il numero di microchip. Il rilascio del documento è a pagamento ed il costo varia da una regione all’altra. Nelle 24 ore che precedono la partenza, il veterinario deve certificare le buone condizioni di salute dell’animale con l’apposizione di un timbro sul passaporto.
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